di Marta Avesani

Gli interventi e i punti più salienti della 3 giorni sintetizzata dai 4 giovani partecipanti membri di EBC Italia.

Quattro giovani soci di EBC, Marta Avesani, Chiara Cuttica, Luca Guandalini e Graziano Tolve, hanno partecipato alla 3 giorni di Economy of Francesco dal 19 al 21 novembre 2020, un percorso voluto da Papa Francesco che ha invitato 2000 giovani economisti, imprenditori e change-maker da tutto il mondo a costruire con lui un patto per un’economia diversa, che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Durante l’incontro si sono susseguiti anche interventi di relatori di fama internazionale quali il premio nobel per la pace Yunus, Vandana Shiva, Jeffrey Sachs e Kate Raworth (Donough Economics). Di seguito sintetizziamo alcuni dei passaggi chiave dei principali relatori, oltre che alcune delle proposte di azione dei giovani partecipanti.

Cardinale

Cardinale Turkson
“un’impresa è un gruppo di persone che lavorano insieme per una purpose comune”
“Il senso dell’impresa non è solamente il profitto, ma essere al servizio di una comunità””In un’impresa dignitosa nessuna persona è ridotta ad essere uno strumento”

Francesca Di Maiolo – Presidente del Serafico di Assisi
Il Serafico di Assisi si occupa di persone diversamente abili e fragili. Suggestivo e vero il grido di Francesca in nome di tutti coloro di cui l’istituto si prende cura: “Per favore, lasciateci entrare!!!”
Un grido per un’economia e d una società inclusiva, un cammino da fare non per loro ma CON loro!

Stefano Zamagni ha concluso il suo intervento con un appello al mondo della ricerca sociale perché non si focalizzi solamente sullo studio dello status quo ma soprattutto su come il mondo dovrebbe essere. E questo vale anche per gli studi in economia, dove auspica un pluralismo, perché l’economia capitalistica è solo una delle voci, uno dei modelli, una delle possibilità di gestione delle risorse!

Tavolo “Peace Economics”La pace non è semplice assenza di guerra. Intendere la pace come sicurezza rischia di allontanarci dall’altro, mentre possiamo intendere la pace come vera giustizia, come bene universale da vivere con l’altro. La Natura, casa comune, può essere il veicolo perfetto per maturare questa consapevolezza!

Tavolo “Economia generativa”
👉MAURO MAGATTI – La responsabilità ha senso se agendo liberiamo altri rendendoli capaci di continuare il ciclo generativo. Il pensiero generativo crea legame e sviluppo.
L’economia generativa richiede una trasformazione formativa finalizzata a far crescere e capacitare; una trasformazione organizzativa perchè le organizzazioni siano in grado di liberare il potenziale delle persone non costringendo la loro generatività in vincoli troppo stretti; una trasformazione comunitaria basata sul principio di sussidiarietà e su comunità aperte, plurali, che cercano strade nuove per un futuro condiviso; una trasformazione ambientale, in quanto la generatività porta intrinsecamente con sè l’attivazione di legami tra generazioni e tra le persone e gli elementi della vita.
👉 LEONARDO BECCHETTI
– Il nuovo paradigma richiede di:
1) Andare oltre l’homo oeconomicus autointeressato (L’uomo è un cercatore di senso e non un massimizzatore dell’utilità!)
2) oltre la massimizzazione del profitto (un obiettivo poco ambizioso, peraltro!)
3) oltre la corrispondenza tra VALORE e PIL
4) passare da una politica economica basata sul binomio STATO-MERCATO ad una basata su STATO-MERCATO-CITTADINANZA ATTIVA – IMPRESA RESPONSABILE

Muhammad Yunus
Il problema della finanza è che ha come fine la massimizzazione del profitto. Il credito può essere giusto, pulito, sostenibile se:
– è gestito da un’impresa sociale che ha come fine l’interesse collettivo e la risoluzione dei problemi delle persone
– ci assicuriamo di poter controllare le nostre banche (La matrice dell’Economia

del Bene Comune, con il tema B4 “Condivisione della proprietà e delle decisioni”, sicuramente dà stimoli rilevanti rispetto alle strutture di proprietà e condivisione delle decisioni in cui i cittadini e risparmiatori stessi possono essere i soci delle banche!)
– se i servizi finanziari sono inclusivi e non basati sulle garanzie economiche
– se orientato a finanziare un futuro desiderabile
– se finalizzato a finanziare l’economia reale

Vandana Shiva
Il capitalismo ci ha portato a pensare che l’economia sia estrattiva, estrae risorse dall’ambiente e dalla società senza preoccuparsi di restituire. Questo approccio si basa sugli assunti che la natura sia morta e che il mercato sia più importante della fragilità. Ma l’economia è l’arte della vita armonica nella casa comune ed è basata su e genera abbondanza. La crematistica invece è l’arte dell’accumulo, è basata e genera scarsità. Le persone e le imprese non possono estrarre senza restituire alla natura e condividere con gli altri. Non possiamo avere abbondanza se non ci prendiamo cura della terra e della rigenerazione del suolo e se la società è rotta. Dobbiamo tornare curarci dei beni comuni fisici e relazionali: sono fortemente interconnessi!

Kate Raworth
“Siamo tutti Paesi in via di sviluppo!”
Nessun Paese è arrivato, c’è chi ha ampiamente superato i limiti ambientali, chi quelli sociali, chi entrambi: dobbiamo tutti metterci seriamente in cammino per ridurre la nostra impronta ecologica garantendo una buona qualità di vita per tutti.

E infine, il tanto atteso discorso di Papa Francesco“L’attuale sistema economico è insostenibile!”. Sono maltrattati la Terra, i poveri e gli esclusi. Non si tratta di 3 gridi diversi: sono fortemente interconnessi!L’invito è poi quello di adottare un approccio sistemico alla risoluzione dei problemi. Spesso utilizziamo un processo analitico che ci porta a dividere i temi complessi in aspetti più piccoli e scollegati tra loro. Questo ci tiene lontani dalle soluzioni. In questi giorni di EoF abbiamo coltivato la cultura dell’incontro, l’incontro di punti di vista, saperi, esperienze e competenze diverse che ci hanno donato la visione poliedrica necessaria per riconoscere l’interdipendenza e trovare soluzioni sistemiche a problemi complessi. Il tutto infatti è più delle parti, come il bene comune non può essere semplicemente la somma degli interessi individuali. Il Papa ci ha quindi invitato ad OSARE e prenderci il RISCHIO di FAVORIRE modelli di sviluppo e di business in cui gli esclusi (e quindi anche la Terra!) diventano protagonisti del tessuto sociale e non mere presenze nominali!
E infine il monito: “Dobbiamo portare su di noi il dolore dei fallimenti anzichè fomentare l’odio”, l’invito quindi a non voltarsi dall’altra parte, a spezzare la catena dell’indifferenza, a prendercela noi questa responsabilità, trasformando ciò che non va in fraternità e cura del bene comune.

EoF è stata anche l’occasione di presentare tantissimi progetti e idee sviluppate in questi mesi dai giovani abitanti dei 12 villaggi di EoF…ve ne racconto qualcuno:


Rivoluzione la figura del responsabile delle risorse umane perchè sia al servizio dei lavoratori dell’impresa.

-Capovolgere le imprese partendo dalla vocazione individuale di mettersi al servizio di un bisogno o di una sfida globale e sviluppando quindi un’organizzazione che abbia un perché, un senso della sua esistenza. In questo modo tutte le scelte dell’impresa saranno focalizzate a contribuire positivamente al bene comune. Creando valore per tutti arriverà anche il profitto.

“PodQuest”, un podcast globale finalizzato a stimolare la ricerca della propria purpose al servizio del bene comune attraverso la voce di persone che l’hanno già individuata e che con la loro professione si curano del bene comune.

“A tu per tu con Francesco” è stato un momento di meditazione e raccoglimento a partire da alcuni momenti topici della vita di San Francesco d’Assisi che ci ha accompagnato durante tutte le giornate dell’evento…
Di fronte a San Francesco nudo e spogliato delle sue ricchezze:
“Cosa ci avvicina alla povertà? Cosa ci fa allontanare da lei? Di che tipo di reset abbiamo fatto esperienza nella nostra vita?” …suggestivo il collegamento con chi fa impresa per vocazione, come risposta ad un’esperienza dolorosa che si trasforma in desiderio di essere parte di un cambiamento…!
“Un’impresa senza purpose è un’impresa senza lievito!”

Di fronte al Crocifisso di San Damiano che chiama Francesco verso la sua vocazione, la sua purpose personale diremmo oggi:
“Francesco, va’, ripara la mia casa, non vedi che è in rovina?”, una chiamata, una vocazione di cura per la casa comune e per i fratelli.

Di fronte alla relazione tra San Francesco e Santa Chiara:
“Quanta ricchezza ha perso la società escludendo le donne dall’economia?”
Le donne sono protagoniste dell’OIKOS: curano le relazioni, amano prendersi cura degli altri, portano pace, hanno una percezione del tempo lungimirante, scelgono la vita ad ogni costo.

Ed ecco infine il patto di Economy of Francesco:
https://francescoeconomy.org/it/final-statement-and-common-commitment/

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