Simona Castellani
Il bene comune – e quindi la creazione di valore per la comunità – passa dalle scelte individuali nella vita di tutti i giorni, scelte che presuppongono un certo grado di consapevolezza che, a sua volta, può anche portare anche ad un cambiamento di stile di vita.
Il motore del cambiamento – ci dicono Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini, autori del libro “Effetto serra effetto guerra. Clima, conflitti, migrazioni” – sta nella consapevolezza individuale, consapevolezza che si esercita a livello collettivo dopo che si è praticata su sé stessi. Ma prima di affrontare questo passaggio, è necessario superare tre grandi ostacoli che inibiscono la spinta al cambiamento:
- Non mi riguarda:
ma stiamo capendo che non è vero, basti pensare agli effetti del cambiamento climatico sulla vita di tutti noi - Sono solo una goccia nell’oceano:
gli impatti delle condotte individuali sommate sono l’unica cosa che possono risolvere il problema - Perché devo essere io a fare il sacrificio di cambiare stile di vita?
in realtà tutti i comportamenti sostenibili fanno bene anche a noi, quindi dove sta il sacrificio?
L’errore più grande infatti sta nel preconcetto del sacrificio, nell’idea che cambiare stile di vita in ottica di sostenibilità implichi per forza un sacrificio. Se noi analizziamo tutti i comportamenti sostenibili in realtà ci accorgiamo che questi si traducono in:
Più soldi nel mio portafoglio
Una migliore qualità della vita
Ecco un paio di esempi concreti di come le scelte che fanno bene all’ambiente facciano bene anche a noi e viceversa:
1) Quanto più la mia scelta di consumare un alimento in eccesso fa male alla mia salute, tanto più la sua produzione fa male all’ambiente
2) Quanto più la mia scelta di trasporto individuale tende a lasciarmi con più soldi in tasca, a favorire la mia socializzazione, a concedermi ritmi di vita più umani e a tutelare la mia salute, tanto più sarà sostenibile.
Quindi, per quanto riguarda ad esempio il settore ambientale, se vicino alla piramide alimentare, cioè quella che ci dice qual è la proporzione ideale di nutrimenti che dovremmo assumere per essere in buona salute – accostiamo la piramide dell’impatto sull’ambiente, ossia quella che riguarda la produzione di ciascuna categoria di cibo – vediamo che le due piramidi coincidono perfettamente.
E questo tipo di ragionamento lo possiamo applicare a tutti i settori e può diventare, anzi sta già succedendo, un nuovo paradigma di consumo consapevole. Lo hanno capito anche le imprese, sembrerebbe!
Iniziamo a cambiare paradigma a partire da noi, dalle nostre scelte quotidiane, dalla consapevolezza che se fa bene a noi, fa bene anche all’ambiente e alla società e viceversa.
Certo che le azioni individuali da sole non bastano, serve alimentare la circolarità tra scelte personali e scelte politiche. Come? Mettendosi in gruppi di influenza, applicando circuiti virtuosi dal basso e spingendo sui nostri politici affinché avvengano delle vere conversioni a nuovi modelli di economia e/o di consumo che ci facciano superare l’idea che la sostenibilità debba per forza essere un sacrificio o una mission impossible.
Vieni al workshop gratuito di domenica prossima a Trento organizzato dalla Federazione dell’Economia del Bene Comune per iniziare ad essere più consapevole e più libero nelle tue scelte personali.
Quando: domenica 20 ottobre ore 11.00
Dove: Fa La Cosa Giusta, Fiera di Trento
Per info scrivi a: trentino@febc.eu
Fonte e isipirazione: Interventi di Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini nel programma culturale di RadioTre: “Come salvare il pianeta. L’ecologia può essere un antidoto ai sovranismi?” Del 6 settembre 2019: http://bit.ly/2IZGst3
Photo credits: Cottonbro, “Person holding four Oranges in White Net Bag”, Pexels